Djúpavík è un piccolo villaggio nel nord-ovest dell'Islanda. Si trova all'estremità del Reykjarfjörður sulla costa di Strandir nella regione dei fiordi occidentali Westfjords.
Attaccati alla terraferma da uno stretto istmo di terra di appena 10 km di larghezza, i Westfjords sono incredibilmente belli ed estremi. Sono una delle mete meno battute dai turisti, per via delle condizioni climatiche e delle strade, per lo più piste sterrate, impegnative e spesso in cattive condizioni e che rendono la vita in queste zone significativamente più dura. I West Fjord si estendono nelle acque gelide del Stretto di Danimarca, con coste alte e frastagliate a strapiombo sul mare che offrono paesaggi mozzafiato.
Fuori dalla Ring Road, una svolta nel passato a Djúpavík.
La strada n. 68 conduce lungo la splendida costa nordoccidentale di Strandir. Davanti a noi si trovano i Fiordi Occidentali, la parte più remota e geograficamente più antica dell'Islanda.
Percorrendo la strada 68, si viene ricompensati con una vista sensazionale sulla baia di Húnaflói e sull'isola di Grímsey, famosa per decine di migliaia di pulcinelle di mare che vi nidificano ogni anno e raggiungibile con un giro in barca di 10 minuti da Drangsnes. Imboccando la strada sterrata 643 si raggiunge il piccolo villaggio di Djúpavík composto solo da sette case (utilizzate come residenze estive), da un unico hotel e una fabbrica di aringhe abbandonata.
© Wild Kalait
Fino al 1965 nessuna strada portava a Djúpavík (e ancora, in inverno, la strada è per la maggior parte del tempo impraticabile a causa della neve). Un piccolo ponte di legno vi conduce nel centro abitato e indietro nel tempo. La vista della vecchia fabbrica di aringhe in decadenza e il forte spruzzo della cascata del villaggio creano un comitato di benvenuto del tutto particolare.
Djúpavík fa parte di Árneshreppur, il comune meno popoloso dell'Islanda, con soli 53 abitanti. Si estende su una vasta area, coprendo circa 780 km2. La densità di popolazione è quindi di soli 0,07 individui per km2. La zona non gode di alcun trasporto pubblico, a parte uno o due voli settimanali da Reykjavik a Gjögur, un piccolo insediamento abitato solo durante il periodo estivo. La maggior parte dei visitatori arriva qui in auto. Tieni presente, però, che se viaggi durante il periodo invernale è necessario verificare le condizioni meteorologiche e stradali prima di visitare la zona.
Precedentemente nella zona esistevano piccole comunità agricole, ma la storia di Djúpavík inizia davvero nel 1917, quando Elías Stefánsson avviò una stazione di salatura delle aringhe. La lavorazione del pesce cambiò la vita delle persone per alcuni anni, ma poi Elias fallì a causa di una recessione economica nel 1919. I nuovi proprietari tentarono di salvarla, per poi abbandonarla nuovamente negli anni '20.
Nel 1934 iniziò il primo boom economico. In un solo anno venne costruito un vasto stabilimento che fece invidia ai produttori di tutta Europa. La catena di produzione venne avviata nel 1935, quando le prime barche entrarono nella baia con le stive piene di aringhe. Quando la fabbrica di aringhe fu completata, all'epoca era il più grande edificio in cemento dell'Islanda e che esiste ancora oggi, lungo 90 metri e disposto su tre livelli.
Lo stabilimento era pieno di macchinari moderni per la lavorazione delle aringhe per produrre farina di pesce e olio. L'olio veniva filtrato in una serie di sei separatori per estrarre l'acqua e poi immagazzinato in grandi serbatoi riscaldati esterni allo stabilimento, con una capacità di 5.600 tonnellate. All'epoca in Islanda non era mai stato utilizzato un processo di produzione di questo tipo.
L'intesa attività di pesca però decretò la fine stessa del piccolo villaggio di Djupavik, prosciugando delle sue risorse il Mare dello Stretto di Danimarca e la conseguente chiusura della fabbrica. Dopo alcuni tentativi infruttuosi di destinare la fabbrica ad altri scopi, venne definitivamente chiusa nel 1954.
Oggi la piccola comunità che risiede a Djupavik, nonostante le condizioni estreme, riesce a mantere vivo questo isolato, incantevole ed estremo angolo dell'Islanda. Infatti, visto che la demolizione e lo smaltimento delle macerie della fabbrica sarebbe costato troppo, questa è stata rasformata in centro policulturale. Una mostra permanente ripercorre gli anni d'oro di Djupavik, concerti, mostre e altre attività si svolgono regolarmente all'interno vecchia fabbrica. È anche possibile partecipare a visite guidate all'impianto di lavorazione dell'aringa.
Tra le curiosità che hanno in qualche modo portato sotto i riflettori questo sperduto angolo di mondo ci sono due avvenimenti: nell'estate del 2006, il popolare gruppo islandese Sigur Rós ha tenuto un concerto gratuito nella fabbrica di aringhe, mentre nel 2016 sono state girate alcune scene de film "Justice League" con Ben Affleck.
© VisitWestfjords
A Djúpavík troverete, come detto anche un albergo, l'Hotel Djúpavík, situato negli ex alloggi delle lavoratrici della fabbrica. Durante il vostro viaggio in auto potrebbe essere un buon punto per una sosta se siete stanchi di guidare e volete fare un giro nei dintorni, oppure potete anche solo farci un salto per mangiare al ristorante o prendere una bevanda calda e scambiare qualche parola con qualcuno se vi sentite soli in questa remota parte dell'Islanda. L'hotel è aperto tutto l'anno.
Djúpavík merita sicuramente una visita in estate quando è più facilmente accessibile (ma ha un suo fascino anche nel periodo invernale). Nella zona sono disponibili alcuni sentieri escursionistici che offrono viste mozzafiato sulla vecchia fabbrica e sull'intero fiordo e dove la completa solitudine è quasi garantita. Gli uccelli marini popolano le scogliere circostanti, le sterne artiche nidificano sul tetto della vecchia fabbrica di aringhe e le beccacce di mare non sono mai lontane dall'hotel.