Le Saghe islandesi costituiscono una delle opere letterarie più notevoli al mondo. Sono i testi a cui gli islandesi sono maggiormente legati ed è impossibile trovare un abitante dell' isola che non abbia letto almeno le più importanti. Ad eccezione di qualche importante e significativo caso, gli autori di tali composizioni sono anonimi, ed il periodo in cui vennero scritte è intorno al tredicesimo secolo. Nella loro isola sperduta gli autori islandesi furono i primi europei a scrivere in prosa, utilizzando la propria lingua invece che il latino.
Nessuno sa perchè vennero scritte, se si trattasse di storie vere o completamente inventate, né si sa niente in merito ai loro autori.
Sotto la classificazione di " Saga " ( il cui significato in islandese è semplicemente " storia " ) sono state raccolte innumerevoli cronache, storie d' amore, leggende e vite di re e di uomini semplici.
Si dividono in vari gruppi, a seconda di ciò che narrano. I due principali sono le cosiddette " Saghe del tempo antico ", che celebrano le gesta degli eroi in un passato leggendario, e il cui contenuto si lega a quello dei carmi eddici, e le " Saghe degli islandesi ", che raccontano le vicende delle più potenti famiglie dell' isola prima dell' avvento del cristianesimo.
Da non dimenticare anche la famosissima " Saga di Eirik il Rosso ", che narra della probabile scoperta dell' America da parte dei vichinghi, un chiaro tentativo di attentare al primato di Colombo: il figlio di Eirik, Leifur, sarebbe infatti approdato sulle coste orientali, trovandole accoglienti e piacevoli, anche se non tanto da trasferirvisi.
"Laxdaela Saga", che tradotto letteralmente significa "la saga della gente della valle del salmone" racconta, nell' arco di molte generazioni, la storia delle famiglie che colonizzarono la terra del ghiaccio e del fuoco. Questa è la più atipica e originale tra le saghe dell' Islanda medievale: i personaggi meglio delineati, come la protagonista, sono tutti al femminile.