L'Islanda e' una terra giovanissima (circa 20 milioni di anni) e dalla geologia interessantissima, originata da fenomeni a carattere vulcanico e geotermico tuttora intensissimi.
Posizionata a cavallo della dorsale medio - atlantica risulta uno dei " nodi caldi " del pianeta. La sua formazione è stata caratterizzata da diverse fasi di attività vulcanica ed attualmente è proprio una faglia vulcanica quella che divide l'isola in due parti ( lungo un asse che va da sud ovest a nord est ) che si separano in continuazione ad una velocità di circa 2 centimetri l'anno.
Nelle varie fasi storiche dalla sua nascita si calcola che sul territorio islandese ci siano stati almeno diciotto sistemi vulcanici attivi con una media di almeno una forte eruzione ogni cinque anni.
L'Islanda rappresenta la più ampia parte emergente della lunga dorsale medio-atlantica che, da ambo i lati, segue la frattura della crosta terrestre, sepolta sotto le acque dell'Atlantico.
Attraverso tale frattura si fa largo il magma che proviene dagli strati profondi del nostro pianeta: un flusso continuo che dà origine all'espansione dei fondi oceanici e alla deriva dei continenti. Soltanto pochi picchi di questa dorsale, tutti di natura vulcanica, emergono talvolta a formare delle isole.
Fra questi ci sono le isole Azzorre, Ascension e Tristan da Cunha, quest'ultima posta all'estremità dell'Atlantico meridionale.
L'Islanda è composta interamente da materiali vulcanici, per la maggior parte da enormi strati di colate laviche successive, specialmente basaltiche, che risalgono dal fondo oceanico lungo la dorsale medio - atlantica, che si innalza da una profondità compresa fra 900 e 1500 metri sotto il livello del mare, fino a 2100 metri sopra il livello del mare.
Queste colate laviche si sono accumulate a partire dall'era terziaria e formano, all' interno, altipiani che spesso superano i 500 metri d'altezza.
Da quando si è conclusa l'ultima Era Glaciale, e cioè a partire dagli ultimi quindicimila anni, si calcola che siano stati attivi più di duecento vulcani, dei quali trenta dall'inizio dell'insediamento umano ad oggi.
I vulcani attivi sono confinati a nord del Vatnajokull, in questa area che ricopre quasi un terzo della superficie totale dell'Islanda.
Il tipo di attività vulcanica dell'Islanda è quello delle eruzioni lineari in cui la lava fuoriesce da una frattura, e quando l' eruzione termina le distese di lava nascondono la bocca eruttiva. Una eruzione lineare differisce da una normale eruzione vulcanica perchè il materiale fuoriesce da una lunga fessura, piuttosto che da una bocca eruttiva centrale. Su questa frattura viene successivamente costruito il cono. Nelle eruzioni lineari d' Islanda, la lava proviene da una frattura che può essere lunga anche diversi chilometri e fluisce in vasti espandimenti su entrambi i lati.
Fenomeni più recenti hanno dato origine a coni vulcanici, particolarmente numerosi nella zona meridionale dell' isola; il più noto è l' Hekla (1447 mt.); alcuni sono sepolti dai ghiacci e le loro eruzioni provocano straordinari disgeli (jokullaup).
I crepacci da cui fuoriescono le lave costituiscono la forma più diffusa del vulcanismo recente in Islanda.
Conseguenza dei fenomeni vulcanici è l'abbondanza di geysers e di sorgenti calde, che hanno un' importanza economica tutt'altro che trascurabile.
Fenomeni di sprofondamento sono all' origine delle due grandi baie, che si aprono sulla costa occidentale dell'isola ( Huna e Breidha ), mentre formazioni di faglia, orientate da NNO a SSE, hanno creato i lunghi fiordi della costa settentrionale, che accentuano il contrasto esistente con la costa meridionale, bassa e irregolare.