Islanda, riprende la caccia alle balene: ucciso il primo esemplare. Dopo soli due anni di stop, in Islanda è ripresa la caccia alle balene: quest'anno potrebbero venir uccisi fino a 191 esemplari. La denuncia di Sea Sheperd che pubblica foto e video dopo due anni di stop è ripresa in Islanda la caccia alle balene.
È stata l’ong Sea Shepherd (che da anni si occupa di denunciare e combattere la caccia alle balene nel mondo) a documentare - con foto e video pubblicati su Facebook - la macellazione di una balena catturata dalla nave baleniera «Hvalur 8». Le immagini della sua carcassa in via di sezionamento sono state diramate sui social scatenando la rabbia degli utenti. L’Islanda quest’ultima può cacciare quest’anno 161 esemplari, ma potrebbe arrivare fino a 191 animali recuperando il 20% delle quote degli anni in cui non ha ucciso nessuna balena. Le prede prescelte sono le balenottore comuni, il secondo animale più grande del mondo e che è stato inserito nelle specie in pericolo di estinzione. L’obiettivo di queste uccisioni è la creazione di prodotti alimentari dalla carne, grasso e ossa: l’Islanda, infatti, è l’unico Paese oltre alla Norvegia a permettere la caccia alla balene ai puri fini commerciali (il Giappone ufficialmente uccide questi mammiferi per scopi scientifici).
Ma perché l'Islanda vuol tornare a uccidere questi animali?
Le ragioni sono prettamente economiche. L'amministratore delegato di Hvalur, Kristján Loftsson, ha annunciato di considerare la possibilità di collaborare con l'Università dell'Islanda e dell'Islanda Innovation Center per realizzare specifici prodotti dalle risorse ottenute dagli animali uccisi. Tra essi vi sono estratti di carne di balena essiccata da inserire negli integratori di ferro per chi soffre di anemia, ma anche alimenti e altri medicinali derivati dalla gelatina contenuta nelle ossa delle balene.
La domanda globale di carne di balena è in costante declino e quella interna in Islanda è considerata scarsa, dato che nei ristoranti viene offerta soprattutto ai turisti "incuriositi". L'obiettivo dei balenieri islandesi è l'esportazione in Giappone, ma il transito di navi che trasportano la carne di balena viene ostacolato in molti porti del mondo. Farla giungere fresca nel Paese del Sol Levante è dunque un grosso problema per le due aziende islandesi che praticano questi massacri – la Hvalur, che uccide le balenottere comuni, e la IP-Utgerd Ltd specializzata nella caccia alle balenottere minori –, così si sta pensando anche a prodotti alternativi da poter smerciare.
La balenottera comune, grazie ai suoi 26 metri di lunghezza massima stimata, è il secondo animale più grande del Pianeta dopo la balenottera azzurra (Balaenoptera musculus). Una popolazione di circa 10mila esemplari vive anche nel Mar Mediterraneo, ma possiede un profilo genetico leggermente diverso da quello dei mammiferi marini che vivono nell'Oceano Atlantico. La specie, come indicato, è in pericolo di estinzione e classificata con codice EN nella Lista Rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura. Alla luce di questi dati, la decisione degli islandesi risulta spietata e anacronistica, ma rischia di avere serie ripercussioni economiche per l'Islanda, oltre che di immagine. Gli Stati Uniti stanno infatti minacciando pesanti sanzioni, e già nel 2014 non invitarono il Paese del Nord Europa alla più importante conferenza sull'Oceano.