Si può ben dire che oggi l'Islanda abbia tutte le caratteristiche di una nazione industrializzata: i suoi abitanti possiedono uno degli standard di vita più elevati al mondo e godono di un sistema assistenziale estremamente efficente, che ne fa una delle società migliori del pianeta.
Se fatto un confronto ad appena sessanta / settanta anni fa, tutto ciò ha dell' impossibile.
Alla fine della seconda guerra mondiale l' Islanda era uno tra i paesi più poveri al mondo, ed i suoi abitanti venivano considerati quali sfortunati abitanti di una terra ancora in pieno medio evo. Lo sviluppo economico è infatti una delle caratteristiche che maggiormente ha inciso sul carattere e sulle abitudini di questo popolo, ed i cambiamenti degli ultimi sessant' anni hanno completamente sostituito usi e costumi durati più di un millennio.
In gran parte tale sviluppo è viaggiato di pari passo allo svilupparsi dell' industria ittica, quando, alla fine della seconda guerra mondiale, le ingenti riserve economiche accumulate, frutto della presenza sul territorio di truppe statunitensi ed inglesi, sono state sapientemente reinvestite nello sviluppo della flotta e nell'industria di trasformazione del pesce. La trasformazione della società, da rurale a industriale, è stata a dir poco fulminea, generando anche non pochi problemi generazionali. La continuità culturale è comunque stata salvaguardata dai nazionalisti che hanno governato il paese nel diciannovesimo secolo, e la cui lotta per l' indipendenza ( prima dalla Danimarca a cui il paese è rimasto soggetto fin al 1939, e poi concentrarsi a contrastare la presenza delle basi statunitensi sul terrirtotio Islandese ) è sempre stata orientata come simbolo all' età d'oro delle Saghe. La lingua islandese costituiva ( e lo è ancora oggi, praticamente immutata dalla sua origine ) il ponte naturale verso la modernità; un ponte immaginario tra passato e presente.
E' innegabile che l'occupazione militare durante la seconda guerra mondiale si stata, sebbene non gradita, l'inizio della " ricostruzione e industrializzazione postbellica nazionale" e la base della successiva indipendenza dichiarata nel 44.
Membro fondatore della NATO nel 49
(motivo per il quale ha perso la sua storica neutralità sebbene non abbia neanche oggi un esercito), ha vissuto con gli Stati Uniti un rapporto di odio e amore, culminato nelle accessissime proteste di piazza del 51, anno in cui, dopo aver abbandonato l' isola, gli Americani si sono ripresentati in massa per la costruzione di una base militare permanente nell' area di Keflavík, attuale sede dell' aeroporto internazionale.
Sebbene definitivamente accettata, la presenza militare statunitense è una spina nel fianco delle popolazioni locali ( è rarissimo vedere militari americani in uniforme spingersi al di fuori della base militare ).
Di pari passo allo sviluppo del settore ittico, le amministrazioni che si sono succedute, hanno intelligentemente finanziato ardui ed intensi progetti per il miglioramento della pubblica istruzione, sanità e previdenza sociale, facendo raggiungere al paese, alla fine degli anni sessanta, un livello di sviluppo invidiabile per molti degli altri paesi industrializzati.
Negli anni settanta il tentativo dei governi islandesi di svalutare la moneta nei periodi negativi di pesca, diede origine al problema ancora al tempo sconosciuto; l'inflazione. In questo periodo l' attività preferita della popolazione fu quella di indebitarsi, dato che le banche slegarono dall' andamento inflazionistico i mutui per le prime case. E' dovuto a questa ragione il boom delle nuove abitazioni che ha caratterizzato l' economia e la principale voce di spesa delle famiglie islandese negli anni sessanta e settanta. Le grandi ville e villette a schiera che tappezzano le città, sono proprio di questo periodo. Sono solitamente più grandi delle case presenti negli altri paesi nord europei, anche se è indubbiamente minore il tempo passato all' interno ( la settimana lavorativa islandese è in media tra le 46 e le 49 ore settimanali).
Inoltre la forte politica protezionistica adottata dai governi nel corso dei decenni ha determinato un forte aumento dei prezzi di tutti quei beni, la maggior parte, provenienti dalla terra ferma. Questo fino ai primi anni ottanta, periodo nel quale vennero cautamente intraprese le prime politiche di liberalizzazione.
Cio' nonostante il costo della vita è rimasto uno dei più alti nel mondo ( come è facile constatare per il turista ), mentre la pesca ha mantenuto inalterata la sua forza sul bilancio economico dell' intero paese ( dando lavoro ad un decimo della popolazione, costituisce i tre quarti del reddito nazionale ).
Gli anni 90 ed i successivi, grazie all' andamento positivo del mercato ittico, hanno rappresentato per il paese la riconferma del suo stato di benessere difficilmente riscontrabile altrove e ha fatto dei suoi abitanti degli ardui consumatori.
L' unico e non trascurabile aspetto che la differenzia dagli altri paesi industrializzati è la quasi assenza di disoccupazione, che si attesta intorno al 3%. Alcuni settori industriali e manufatturieri sono spesso carenti di forza lavoro, e questo ha determinato negli ultimi decenni una certa apertura verso l' immigrazione europea ed extracomunitaria.
Non trascurabile per la comprensione dello stato di benessere economico che contraddistingue il paese è l' aspetto energetico. La scoperta e l' intensiva utilizzazione nei decenni dell' energia geotermica e idroelettrica (di cui il paese è illimitatamente ricco), ha facilitato enormemente lo sviluppo industriale e favorito il consumo energetico di massa.
C'è a disposizione talmente tanta energia che in Islanda si sono concentrate tra le maggiori industrie di fabbricazione di alluminio ( tristemente famose per la quantità di energia necessaria al loro sviluppo e per il loro alto tasso di inquinamento derivato dagli scarti della lavorazione) e sono allo studio complessi e a volte discutibili progetti per la produzione ed esportazione all' estero di energia elettrica.
Bisogna anche ricordare che l' islanda, visto l' esiguo numero di abitanti, che supera a mala pena le 300 mila unità, é divenuta la più colta tra le società al mondo, con il più alto numero di laureati procapite, il maggior numero di libri e periodici acquistati, ed il maggior numero di manifestazioni culturali previste durante l' anno.
Inoltre l' efficente sistema sanitario, l' ottima alimentazione e la quasi totale assenza di inquinamento, si riflettono sulla longevità degli abitanti che per le donne è di media di 80,3 anni e per gli uomini 75,7; la mortalità infantile lè a più bassa al mondo e la medicina preventiva tra le più avanzate.